Abbiamo un tesoro contenuto in ciascuno di noi......infinite risorse e ricchezze immense  che sono racchiuse in questo essere "speciale" che è l'uomo. Cerchiamo invano la ricchezza e la gioia fuori di noi e non ci rendiamo conto che è in noi e di quanto siamo capaci di riprodurla continuamente soltanto con il pensiero.

Dio ci ha creati "perfetti" come tutte le cose che ha creato e come perfetto è l'Universo stesso...e vuole che noi ritroviamo la nostra "Essenza Divina" per unirci a Lui e divenire quindi Uno con Lui.........

Edgar Cayce: Uno, Amore, religione ed origini del creato

"…poichè lui, l'uomo, è stato fatto soltanto un pochino inferiore agli angeli, con tutte le capacità per divenire UNO con Dio! Non il tutto, nè ancora disperso nell'individualità del tutto, ma divenendo sempre più personale in tutte le sue consapevolezze dell'applicazione dell'individualità delle Forze Creative, cosi' sempre di più in comunione con Lui, tuttavia cosciente di essere se stesso".

Edgar Cayce(lettura 2172-1)

Secondo la visione di Cayce, ogni individuo è principalmente una parte integrante del tutto, "siamo anime legate al Dio che ci ha creato", "ci trovavamo con Lui quando le stelle del mattino cantavano assieme" :siamo sue estensioni, parti della sua essenza.

L'origine della creazione del mondo, il "big bang"di Cayce, prevede un Dio che "esplose"per dare vita alle anime, create tutte contemporaneamente come stelle dell'Uno o come "atomi nel corpo di Dio". Ognuna di esse conteneva una coscienza miniaturizzata sia delle proprie origini che della totalità dell'essenza dell'Uno, oltre ad una libera volontà e ad altri attributi divini, quali l'immaginazione creativa ed il potere di manifestazione.

L'immaginazione creativa era la stessa utilizzata da Dio per manifestare la creazione e tutte le anime, pur con le loro differenze, perseguirono originariamente il medesimo scopo.

Ogni essenza animica iniziò a sperimentare a scopo spesso ludico, modelli di creazione di forme materiali, concentrando sempre più energia a livello di vibrazione fisica. Nel corso di questa creazione volontaria, si assistette progressivamente all'evoluzione del corpo umano e della sua emozionalità legata allo sviluppo dei cinque sensi che permettevano una migliore interazione con il piano fisico. Approfondendo la sperimentazione su questo piano di energia, le anime , "ipnotizzate" dalla realtà sensoriale dei corpi che abitavano, diminuirono progressivamente la loro consapevolezza dell'origine spirituale e si persero nel mondo, lungo il flusso del pensiero e dell'esistenza. L'uomo si è perso, ripete spesso Cayce nel corso delle sue letture.

 

La caduta nel mondo ed il conseguente allontanamento da Dio dell'uomo sarebbe avvenuta, secondo Cayce, in conseguenza della sua gestione inconsapevole del dono divino del libero arbitrio, che lo avrebbe portato lontano dalla fonte originaria di luce e di saggezza.

Lo scopo di ogni vita diventa dunque per lui, quello di raccogliere esperienze nella dimensione della materialità , al fine di educare gradualmente l'anima a riconoscere attraverso le sofferenze le sue origini divine , per divenire infine la consapevole"compagna adulta di Dio".

L'obiettivo a lungo termine della catena delle nostre esistenze è pertanto quello di "permettere all'anima di diventare una con le forze universali o Energie Creative, o Dio" (lettura 708-1), pur mantenendo la propria coscienza del sè individuale.

Solamente all'erta dell'ascesa spirituale, il sè ed il Sè , l'uno e l'Uno, potranno fondersi in un abbraccio senza fine, che , secondo Cayce, rappresenta il premio finale destinato a tutti gli uomini. Non posso evitare di osservare, a questo punto , la bellissima analogia con l'unione simbolica di due anime gemelle, di due metà della stessa mela che, secondo quanto ci scrive il dott. Angelo Bona, è resa possibile solo all'erta del processo di crescita spirituale delle singole parti scisse. La fusione degli spiriti compagni in un unico palpito del cuore, ripercorre metaforicamente la riunificazione delle anime con il proprio Sè divino, anzi ne anticipa solo di un istante l'evento.

 

Il viaggio sulla Terra è per Cayce il viaggio alla ricerca della consapevolezza di queste origini, perchè come suggerisce Goethe "la vita è l'infanzia della nostra immortalità ".

Nella cosmologia di Cayce, nessuno è automaticamente destinato al Paradiso o all'Inferno:il Paradiso, infatti, è per lui non tanto un luogo, quanto uno stato di esistenza legato ad un acquisito livello di consapevolezza: è lo stato in cui si gode della presenza di Dio, cosi'quanto l'Inferno rappresenta invece lo stato di coscienza conseguente alla sua distanza e alla sua separazione;entrambi, secondo il suo credo, sarebbero mere costruzioni dell'anima.

Come lo stesso Cayce suggeri' ad una persona:"Poichè tu cresci fino al Paradiso, non vai in Paradiso. è all'interno della tua coscienza che cresci fino là "(lettura 3409-1).

Il principale ostacolo al conseguimento della consapevolezza dell'Uno, sembra essere anche per Cayce il nostro ego. Come affermò lui stesso:"l'autoesaltazione e l'egoismo ci allontanano da Dio e portano dubbi, paure, preoccupazione, durezza e incomprensione". (da:Edgar Cayce:"La mia vita di veggente", cap. 28. Il nuovo millennio, edizioni Mediterranee).

La via regia per incontrare l'Uno è invece ancora una volta l'Amore, puro, incondizionato, non inquinato da pretese egoiche. Come Edgar Cayce riferi'nel corso di una lettura:

"…attraverso questo amore, quando l'uomo lo manifesta con il cuore nella sua vita, la legge diventa parte dell'individuo. Questa è la legge dell'amore. Donare generosamente, senza aspettarsi nulla in cambio. Cosi'abbiamo che amore è legge, legge è amore.

Dio è amore. Amore è Dio. Vediamo le manifestazioni della legge, non la legge stessa.

Se adesso noi, come individui, disponiamo di tutte le altre forze elementari create per il miglioramento dell'esistenza, ma non abbiamo amore, siamo nulla:nulla. "(da:Edgar Cayce:"La mia vita di veggente". Cap. 18 Istituto Cayce per la Ricerca, pag. 155, edizioni Mediterranee).

 

L'anima dunque, fondamentalmente creativa per sua stessa natura, nel desiderio di trovare espressione di sè , sceglie di andare incontro ad esperienze specifiche, procurandosi conoscenza non solo circa la sua identità , ma imparando congiuntamente che ogni sua scelta conduce inevitabilmente ad una corrispondente esperienza. Le vite e l'accumularsi di queste esperienze e conoscenze acquisite attraverso l'uso del libero arbitrio, condurranno l'anima alla saggezza; essa permetterà all'entità spirituale-uomo, di apprendere ed esperire il significato di compassione e di amore. Solo a questo punto sarà in grado di riconoscere davvero la sua vera identità individuale e nel contempo la sua intima relazione con l'Uno. Potrà ora finalmente comprendere che la sua essenza primaria e quella di Dio sono una e la stessa cosa, cioè Amore.

Possiamo chiederci a questo punto come Edgar Cayce riusci'ad integrare ed a coniugare queste sue intuizioni con i rigidi dogmi del Protestantesimo dell'America dei primi del Novecento;pur essendo un grande credente e profondo studioso della Bibbia, egli suggeri'un nuovo modo di intendere la religione, che disorientòil contesto sociale in cui viveva, tanto che fu arrestato insieme alla moglie almeno un paio di volte nel corso della sua esistenza.

Per Cayce, la religione e l'applicazione dogmatica dei precetti impartiti dalla Chiesa non erano una questione importante nella vita;il punto fondamentale era invece se essa poteva o meno accrescere la propria consapevolezza dello spirito vivente.

 

La religione per lui è riconoscere Dio in ogni anima ed in ogni alito di vento, è il cammino dell'uomo verso la consapevolezza di Sè quale atomo del Creatore.

Ecco come il Profeta Dormiente ci spiega questo concetto:

"Spesso la gente chiede quale religione, o dottrina, Dio vorrebbe che seguissimo.

Io trovo nella natura una rappresentazione della Vita in se stessa. Considerate un campo di grano:la vita è nel chicco di grano;l'agricoltore lo pianta nel terreno, lo lavora e poi miete il raccolto. Non tutti scelgono lo stesso tipo di grano. Non tutti arano allo stesso modo.

Non tutti seminano allo stesso modo. Non tutti mietono allo stesso modo.

Eppure, in ogni caso, il terreno produce il raccolto migliore:il Dio o la Vita in ogni chicco, che è ciòche l'uomo cerca, ciòche sostenta il suo corpo e che produce anche semi per un altro raccolto. Questa è la religione. Questo è ciò che si definisce dottrina. "(da:Edgar Cayce:"La mia vita di veggente", cap. 24:La Fede, pag. 221, edizioni Mediterranee).

Integrando il concetto dell'Uno con la sua idea di religione ed il suo credo reincarnativo, Cayce suggerisce inoltre che ognuno di noi sia stato nel corso delle vite sia ebreo, che cristiano, buddhista, ateo od agnostico e raccomanda uno studio comparativo di queste esistenze, al fine di riconoscere l'unicità del Dio:

"…Coordinate gli insegnamenti, le filosofie dell'Est e dell'Ovest, l'orientale e l'occidentale, le nuove e le vecchie verità …non correlate le differenze, ma dove tutte le religioni si incontrano. C'è un solo Dio!" (lettura 991-1)

 

Fonti:

§ Edgar Cayce:La mia vita di veggente, ed. Mediterranee;

§ Manuali New Age di Edgar Cayce:Lynn Elwell Sparrow:Reincarnazione, un'indagine nel passato per costruire il futuro. Ed. Mediterranee; Edgar Cayce:I Resoconti Akashici, il Libro della Vita, a cura di Kevin J. Todeschi, ed. Alaya.